Cerchiamo ora di comprendere cosa significa rappresentare
un sistema fisico nello spazio di Hilbert. Facciamo l’ipotesi che il sistema
abbia una sola osservabile e sia determinato, cioè che a ogni possibile
risultato di una misurazione sia associabile o probabilità 0 o probabilità
1. Questo significherebbe che ogni vettore di stato giacerebbe all’interno
di uno dei possibili sottospazi individuati dagli autovettori dell’osservabile.
In altre parole, se indichiamo con
In base alla (9) l’espressione sulla sinistra fornisce la probabilità che lo stato dia l’iesimo risultato. Mentre per tutti gli altri Pj diversi da i:
In meccanica quantistica, però, vale il principio di sovrapposizione, che afferma:
Se
E’ possibile mostrare che se i sistemi fisici vengono rappresentati nello spazio di Hilbert e vale il principio di sovrapposizione, non è possibile che tutti i risultati possibili di una misura siano determinati. Infatti in una situazione determinata sono possibili solo vettori di stato che giacciono nei sottospazi individuati dagli autovettori dell’osservabile, mentre, se vale il principio di sovrapposizione, sono possibili anche vettori che sono una combinazione lineare dei suddetti. Tali combinazioni lineari in generale non giacciono in un sottospazio corrispondente a un autovettore. E quindi la situazione non potrà essere determinata.
Un vettore di stato che fornisce le informazioni sulla probabilità dei possibili risultati di un osservabile viene chiamato uno stato puro, nel senso che queste probabilità pertengono a ogni singolo sistema che viene preparato in quello stato, anche se il controllo sperimentale di quelle probabilità non può che essere effettuato su un insieme di sistemi preparati alla stessa maniera.
In contrapposizione al concetto di stato puro abbiamo quello
di stato misto. Uno stato misto rappresenta una statistica su un insieme
di possibili stati puri. Esso non è uno stato puro, quindi non può essere
rappresentato come una combinazione lineare di stati puri, che, per il principio
di sovrapposizione, sarebbe a sua volta uno stato puro. Per rappresentare
uno stato misto dobbiamo perciò utilizzare gli operatori che proiettano sui
raggi individuati dagli stati puri su cui facciamo la statistica. Allora,
se
In generale questa somma non è un operatore di proiezione, per cui essa non è rappresentabile da uno stato puro. In prima approssimazione possiamo dire che le probabilità implicite in uno stato puro sono inerenti allo stato fisico, mentre quelle presenti in uno stato misto sono dovute alla nostra ignoranza, cioè al fatto che non sappiamo in quale stato puro il sistema si trovi.
Consideriamo un’osservabile A che può assumere i valori
a1,a2…..Ci
chiediamo perché è ragionevole rappresentarla mediante un operatore hermitiano.
Prendiamo un operatore hermitiano che abbia come autovalori a1,a2…..Esso
dividerà lo spazio in sottospazi su cui proiettano gli operatori
Supponiamo inoltre che lo spettro di A sia discreto, finito e non degenere, allora tale scomposizione è unica (a certe condizioni l’unicità vale anche nel caso infinito). Gli operatori hermitiani sono in un certo senso delle distribuzioni di possibili valori dell’osservabile. Inoltre a ogni proiettore è associata una probabilità data dall’algoritmo (9).
Prendiamo le mosse dalla seguente definizione:
In ogni spazio vettoriale V i sottospazi La
e Lb sono
compatibili se esistono sottospazi di V tra loro ortogonali
Col simbolo Å indichiamo la somma fra spazi, che possiamo intendere come una generalizzazione della somma fra 2 vettori.
In pratica 2 sottospazi sono compatibili se hanno in comune un sottospazio che è ortogonale a ciò che deve essergli aggiunto per formare i 2 spazi. Ad esempio nello spazio reale a 3 dimensioni il piano perpendicolare all’asse z e il piano perpendicolare all’asse y sono compatibili, perché hanno in comune l’asse delle x che è ortogonale, rispettivamente all’asse delle y e delle z, unito con le quali dà i suddetti piani.
Si può dimostrare che 2 sottospazi sono compatibili esattamente quando i rispettivi proiettori commutano.
Diamo allora la seguente definizione:
2 osservabili sono compatibili quando la loro rappresentazione mediante autovettori produce lo stesso spazio vettoriale e in questa rappresentazione ogni coppia di sottospazi legati ai possibili risultati è compatibile.
Se rappresentiamo gli operatori corrispondenti a 2 osservabili A e B mediante il teorema di scomposizione spettrale:
vediamo che se A e B sono compatibili
allora gli operatori
Consideriamo un’osservabile A con soli 2 autovalori
a1 e a2.
Ognuno dei 2 autovalori avrà rispettivamente probabilità c1
e c2 di risultare
nella misurazione con c1+c2=1.
Per la (12) possiamo rappresentare questo con un vettore in uno spazio a 2
dimensioni
Diamo allora la seguente definizione:
2 osservabili sono mutuamente trasformabili se sono rappresentabili in un unico spazio di Hilbert H da 2 operatori A e B ed esiste un operatore unitario U in H tale che A=UBU-1.
L’ultima equazioni dice che: applicare l’operatore A a un vettore è come applicare prima la rotazione U, poi applicare B e poi la rotazione inversa U-1. In pratica, se 2 osservabili sono mutuamente trasformabili è sempre possibile rappresentare i loro risultati con lo stesso vettore di stato. Infatti, se, ad esempio, scegliamo il vettore di stato espresso mediante gli autovettori di B, per rappresentare A è sempre sufficiente applicare la rotazione U al vettore prescelto.
La caratteristica interessante dei sistemi quantistici, che li rende particolarmente adatti a essere rappresentati nello spazio di Hilbert, è che essi hanno parecchie coppie di osservabili incompatibili, ma spesso queste coppie sono anche di osservabili mutuamente trasformabili. Questo, ad esempio, vale per la più celebre fra le coppie di osservabili incompatibili, cioè posizione e momento. Che quindi, pur essendo incompatibili, possono essere rappresentate dallo stesso vettore di stato.
Principio di sovrapposizione e principio di indeterminazione
Torneremo sul principio di indeterminazione; per adesso lo
possiamo enunciare approssimativamente come l’affermazione che esistono osservabili
incompatibili. Il principio di sovrapposizione dice quali stati sono ammissibili,
mentre quello di indeterminazione quali combinazioni di osservabili possono
essere determinate. Come abbiamo già visto, il principio di sovrapposizione
è sufficiente a rendere la rappresentazione di un sistema fisico nello spazio
di Hilbert essenzialmente probabilistica. Lo stesso vale per il principio
di indeterminazione. Infatti, se ci sono 2 osservabili incompatibili A
e B, allora ci saranno 2 sottospazi incompatibili corrispondenti rispettivamente
ai risultati xi
di Ae yi
di B. Ne segue che, se p(xi)=1
allora
Sebbene entrambi i principi abbiano come conseguenza che la teoria sia essenzialmente probabilistica, essi sono concettualmente indipendenti. Inoltre, si può dimostrare che se valesse solo il principio di sovrapposizione, cioè non ci fossero osservabili incompatibili, allora non sarebbe possibile distinguere fra uno stato puro e uno stato misto, cioè tutte le probabilità potrebbero essere interpretate come una sorta di ignoranza. Questo significa che i due principi sono epistemologicamente connessi.